venerdì 11 dicembre 2015

Perché credo che i miei figli abbiano "sempre" ragione

"Appena nasce lo mettiamo subito a dormire nel suo lettino, nella sua cameretta, così si abitua"

"Anche se piange sta giù altrimenti prende il vizio e poi vuole sempre stare in braccio"

Anche io, sebbene oggi, a distanza di anni, non mi sembri affatto vero, ho detto più volte queste frasi..

Le ho dette e le pensavo veramente.. Ma nel momento in cui quelle due lineette rosa mi hanno annunciato che sarei diventata mamma, tutte le mie certezze hanno iniziato a vacillare.. E sono definitivamente crollate la prima volta che ho preso tra le mie braccia la creatura che IO avevo messo al mondo. In quel momento io e solo io ero il suo tutto. Il suo cibo, il suo conforto, il suo mondo.

E allora ho realizzato. Ho realizzato che non avrei mai potuto lasciarlo solo. Non avrei mai potuto lasciarlo piangere senza prenderlo in braccio e stringerlo a me.

Dopotutto, se ci pensiamo bene, i nostri figli hanno vissuto 9 lunghi mesi a stretto contatto con noi. Il rumore del nostro respiro li ha cullati sin dall'inizio della loro vita, tutti i giorni, tutto il giorno senza mai una pausa. Il battito del nostro cuore ha scandito il ritmo delle loro giornate e il suono della nostra voce è stato musica per le loro orecchie.. E improvvisamente tutto il loro mondo cambia, vengono catapultati in una realtà che non conoscono, i suoni sono più forti, non c'è nulla ad avvolgere i loro fragili corpi, fuori fa caldo, o fa freddo, fuori si ha fame..

Come potevo pretendere che mio figlio non nutrisse il desiderio di dormire con me, tra le mie braccia? Accoccolato sul mio petto ad ascoltare il ritmo del mio respiro? Dopotutto, anche io non amo dormire sola.. Mio marito non mi ha mai cacciata dal letto per evitare che prendessi "il vizio".

E quando piangeva? Beh, quando piangeva mi è sempre sembrata la reazione più naturale e istintiva prenderlo in braccio e tranquillizzarlo. Fargli capire che la mamma c'è ed è lì per lui..

Ho concesso a mio figlio di dormire su di me, abbracciato a me, vicino a me e vicino al suo papà nel nostro grande letto, godendomi a pieno ogni istante nella consapevolezza che nessuno mi avrebbe ridato indietro questi momenti. I bambini sono bambini una volta sola.

Poi un giorno ho deciso di provare a portarlo nella sua cameretta, nella quale dorme ormai da più di un anno senza quasi più alcun risveglio notturno, salvo casi rari. Credo che la consapevolezza che ogni volta che ci chiama noi accorriamo e la consapevolezza che il nostro letto ha sempre un posto anche per lui, l'abbia aiutato a trovare la sua serenità (e il sonno).

Quindi no. Non credo nei vizi. Credo nelle necessità, nell'istinto, nei bisogni a cui un genitore deve prontamente rispondere.
Nostro figlio non ha chiesto di venire al mondo, ci si è trovato. E ha bisogno di capirlo, scoprirlo, inventarlo. Ma mai da solo. La nostra mano deve essere lì, pronta a guidarlo.

E così, come credo abbiano ragione da neonati, ritengo abbiano ragione anche quando crescono. Quando vogliono giocare, quando non vogliono mangiare o quando vogliono stare in braccio. 

Non dico che non serva la nostra guida, l'educazione è estremamente importante. Ma ritengo che il rapporto debba basarsi essenzialmente sulla comprensione, sul'amore e sulla fiducia.

Ogni comportamento, ogni capriccio, ogni dispetto ha una ragione di esistere. Il nostro compito è trovare quella ragione e porvi rimedio. 

No, per carità, io non sono perfetta. Perdo anche io le staffe, come tutte le mamme. Mi arrabbio e alzo la voce. Poi però mi fermo, rifletto e mi scuso. 

I bambini, è vero, sono in grado di farti saltare i nervi in un istante. Ma il problema magari siamo noi.. Non loro.

Loro vivono una vita che non si sono scelti, con dei genitori che non si sono scelti e in un posto che non si sono scelti. Probabilmente, potendo scegliere, sarebbero rimasti al calduccio nel ventre materno, cullati.

E allora io continuerò a cullarli, finché potrò. Perché "i bambini crescono, e noi con loro. L'infanzia è fugace. Non lasciamo che l'ossessione di correggerla vi impedisca di trarne piacere" (C. Gonzales)


Nessun commento:

Posta un commento